Concorso per l’are di Campo Testaccio a Roma
Il progetto rivisita il tema della piazza storica trasformando l’area di concorso in una sequenza di quattro piazze diverse, all’interno di un Parco Lineare che riconnette il Monte dei Cocci al Parco Cestio.
Evocare il tema della piazza per una struttura a destinazione sportiva vuol dire procedere in una direzione inconsueta per la Roma Contemporanea, abituata a frammentare e recintare gli spazi pubblici, a
confinare e privatizzare il verde attrezzato: un gesto di riappropriazione
dello spazio.
Se pensiamo che il Circo Massimo, sede di giochi sin dagli inizi della storia di Roma è oggi lo spazio usato per eventi di ogni tipo, non avremo difficoltà a pensare il Campo Testaccio non solo come campo sportivo
ma come luogo urbano che fa dialogare il quartiere con l’intera città.
Questo luogo urbano entra a far parte di una sequenza di piazze, ognuna delle quali con una vocazione specifica: la piazza Boulevard, la piazza Campo, l’Edificio-Piazza e la piazza Giardino (A).
L’archetipo della piazza è la stanza: questo progetto è il risultato della compresenza di più stanze, come se tutta l’area fosse un grande edificio all’aperto.
Ciascuna piazza si relaziona in sequenza alle altre, mediante una gradazione di situazioni, forme, colori, materiali, climi, e usi. Ogni stanza si riconnette agli spazi aperti dell’intero quadrante urbano. Le piazze
dialogano con le loro specifiche prossimità, recuperando l’identità dei luoghi, rigenerando funzioni esistenti e paesaggi abitati di un pezzo di città oggi residuale (B).
Il Parco Lineare costruisce uno spazio di connessione tra le quattro piazze, nel quale l’artificialità non è nascosta ma esibita attraverso un disegno che organizza l’infrastruttura verde come una sequenza di fasce destinate allo sport e al tempo libero.
Il parco diventa un dispositivo da usare da parte degli abitanti. Lo sportne caratterizza gli spazi.
Seguendo questa logica il gradiente organizza masse vegetali più dense verso le mura del cimitero e più rarefatte verso le piazze (C).
Il Parco Lineare mette a sistema il progetto con le aree e le funzioni già presenti sull’area, scegliendo lo sport come impronta imprescindibile e come elemento di rete già interno alle strutture scolastiche (D).
Le loro dotazioni di attrezzature per lo sport all’aperto vengono potenziate occupando aree pertinenziali e cortili; unitamente alle palestre interne agli istituti scolastici, entrano a far parte della nuova matrice funzionale dell’area.
I due insiemi del campus scolastico e del polo sportivo condivideranno l’utilizzo delle attrezzature nuove ed esistenti. I campi interni alle scuole potranno essere messi a disposizione di tutto il quartiere e degli studenti
universitari nei fine settimana e durante il periodo estivo, tempo nel quale sarebbero inutilizzati. Negli orari meno frequentati della mattina, il verde pubblico attrezzato per lo sport potrà essere utilizzato dalle scuole. In questo modo si aumentano notevolmente le possibilità di disporre di attrezzature per sport e tempo libero di tutti. L’infrastruttura verde è lo spazio resiliente, capace di generare comunità in modo trasversale, permeando frontiere etniche, sociali, generazionali.
Il progetto che proponiamo per la zona del Campo Testaccio è inteso come un tracciato, il cui scopo è stabilire un ritmo che dia forma nel tempo a venire a situazioni diverse. Il campo potrà essere utilizzato per eventi di diversa natura. L’intento è quello di ripensare la natura del progetto come un microcosmo urbano e mettere a tema la diversità e la molteplicità che caratterizzano la città nel suo insieme.