Postcards
Our vision is simultaneously determined by a look of an historic structure (the past) and a present one of the action examining and often carrying on the gaze collected in the history
Daniel Arasse
The images of this postcards meet the text in a flow where meanings grow from what apparently is not correlated, as if inside the images exist a different time and place. The fragments used to assembly are the outliving of produced experience. The assembly is used to create pause or fix images among them, the collisions produced cause anachronism and perceptions gap.
The anachronism is a chronologic mistake, therefore in a historical period are arranged events and phenomena happened in another time.
The intrusion of an era into another can reduce the distance between different objects and spaces, fragments and images codified acquire new meanings. Only in this way images lose their status of monumental body and documental source (is not by chance that I have chosen postcards).
A way of thinking simultaneously times and images, manuscript translated connected in a serial conversation.
The image become the center of a thought about time.
It springs to our mind a question: which time we search when we have the image in front of us?
A plural time, a montage out of temporality synch as Didi Huberman affirm when he says that image has often more memory and future of the person looking at it.
Postcards # 1
Comparing images, no matter how different they are, always produce alteration, an opening of our gaze…every image has to be interpreted as a montage of different places and times, even contradictory…..in front of an image we not only ask ourselves which story it documents and which one is contemporary, but also which memory sediment and which remove the return……raise another memory setting up the present (Georges Didi-Huberman)
The postcard is simply a print in a half stiff backing addressed to a postal purpose for a non private mail. Opening my personal archive I try to re-vitalized this visual object, giving not only new life to memory, but also to the present.
A postcard in sms and mail time represent the return of concrete relationship. As the manual skill is an attempt to reply to the proliferation of digital images, with a slow time of montage. The montage to me is a form of drawing where different techniques superimposed among them.
Finding in the net a series of postcards its easy, finding them in the market much less. It’s not me that find them in the net, the postcards find me every Sunday.
Once found them it become a real possibility for the project. My postcards are places other than imaginary containing real area, amplifying some feature refusing others.
Postcards # 2
A postcards of postcards where all fragments meet was written by W. Blake
Postcards tell an idea of weak architecture born as a reflection of some of this images, an architecture surfacing from the contest and his form, from life I imagine running inside. Every postcards go along with a small text, where many books of my library find their place. To compose this architectonic text is always necessary to desecrate the original images but also old books and architectural magazines. Desecrating in the meaning that Giorgio Agamben use when he says: desecrating means returning to the free use of men…..the desecrate imply a neutralization of what we outrage. Once done, what was not available and distinct lose its aura and return back to the use……
The idea to restore the purpose of cities images instead of consuming the accomplishment it’s a necessary attitude. Putting together fragments, mixing with their own memory in order to better assimilate them. Finding in the city other cities, in their art other oeuvre, in the architecture other architectures, its’ essential to write through images a personal history, it’s essential to be able not being radical but realistic, exploiting imagination to tell other stories.
Postcards # 3
Going back to Agamben words: if today in the mass society the consumer are unhappy, it’s not only because they consume objects incorporated inside their own un-employability, but more often because they believe they can exercise their property right on them, because they become incapable to desecrate them. The inability to employ objects has its own topic place in the museum.
One after the other, aggressively, the spiritual powers defining the men’s life, art, religion, philosophy, the concept of nature, even politic have one by one retired meekly inside a museum. Museum here doesn’t define a place or a physical space determined, not anymore.
Postcards are to me an imaginary museum, an atlas, corresponding in this sense with the town represented.
Outraging, it’s a new possibility for images, to be inhabited once more.
Postcards as a form of real museum, as an instrument in order to look the town again.
Architecture represent a physical space to be interpreted.
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La nostra visione è determinata simultaneamente dalla struttura storica (passata) dell'opera e dalla struttura presente dello sguardo che la esamina e nella quale continuano spesso a operare gli sguardi accumulati della storia.
Daniel Arasse
Le immagini di queste cartoline incontrano il testo in un flusso in cui i significati nascono da ciò che apparentemente non è correlato, come se esistessero all'interno delle immagini tempi e luoghi diversi. I frammenti usati per i montaggi sono le sopravvivenze delle esperienze che li hanno prodotti. Il montaggio viene utilizzato per creare pause, per fissare tra di loro le immagini, le collisioni prodotte in questo modo causano Anacronismi e lacune nella percezione. L'Anacronismo è un errore cronologico per cui si collocano in un periodo storico avvenimenti e fenomeni accaduti in un’ altra epoca. Queste intrusioni di un’epoca in un altra rendono possibile una riduzione della distanza tra oggetti e spazi diversi, frammenti ed immagini codificate assumono nuovi significati. Solo così le immagini perdono il loro status di corpo monumentale e di fonte documentale (non è un caso che io abbia scelto le cartoline).
Un modo per pensare contemporaneamente tempi e immagini, palinsesti interpretativi congiunti di un discorso seriale. L'immagine diventa il centro di una riflessione sul tempo. Viene spontaneo chiedersi quale tempo cerchiamo quando siamo di fronte all'immagine? Un tempo plurale, un montaggio di temporalità sfasate come sostiene Didi Huberman quando dice che l'immagine ha spesso più memoria e avvenire di colui che guarda.
Postcards # 1
L'accostamento delle immagini, per quanto differenti siano, produce sempre una modificazione, un'apertura del nostro sguardo...ogni immagine deve essere intesa come un montaggio di luoghi e di tempi differenti, anche contraddittori....davanti ad un'immagine non bisogna solamente domandarsi quale storia essa documenti e di quale storia è contemporanea, ma anche quale memoria sedimenta e di quale rimosso è il ritorno.... Sollevare una memoria altra che riconfigura il presente. (Georges Didi-Huberman)
La cartolina è semplicemente una stampa su un supporto semirigido destinata ad un uso postale per una corrispondenza non riservata. Aprendo il mio archivio personale cerco di rivitalizzare questo oggetto visivo,dando nuova vita alla memoria, ma anche al mio presente. Una cartolina al tempo degli sms e delle mail rappresenta la rivincita delle relazioni concrete. Così come l'operare manuale è un tentativo di rispondere al proliferare di immagini digitali, con il tempo lento del montaggio. Il montaggio per me è una forma di disegno in cui tecniche diverse si sovrappongono tra di loro. Trovare in rete una serie di cartoline è facile, incontrarle realmente nei mercati meno. Non sono ioquindi a cercarle in rete, sono le immagini che trovano me tutte le domeniche. Una volta trovate, si trasformano in possibilità reali per il progetto. Le mie cartoline sono luoghi altri dell'immaginario che contengono luoghi reali, ne amplificano alcuni tratti, ne rifiutano altri.
Postcards # 2
A postcards of postcardsin cui questi frammenti si incontrano, scriveva William Blake. Le cartoline raccontano un'idea di Architettura Debole che nasce come riflesso di alcune di queste immagini, un’architettura che emerge dal contesto e dalle sue forme, dalla vita che immagino svolgersi al loro interno. Ogni cartolina poi è accompagnata da un piccolo testo, dove trovano posto tanti libri della mia biblioteca. Per comporre questi testi architettonici è sempre necessario Profanare le immagini originali ma anche i vecchi libri e le riviste di architettura. Profanare nel senso del termine usato da Giorgio Agamben quando scrive: profanare significava restituire al libero uso degli uomini….la profanazione implica una neutralizzazione di ciò che si profana. Una volta profanato, ciò che era indisponibile e separato perde la sua aura e viene restituito all’uso…. L'idea di restituire all'uso immagini di città invece che di consumarne gli effetti è un’attitudine necessaria. Mettere assieme frammenti, mescolarli alla propria memoria per assimilarli meglio. Cercare nella città altre città, nella sua arte altre opere, nella sua architettura altre architetture, bisogna scrivere attraverso le immagini, una storia personale, bisogna essere capaci di non essere radicali ma realisti, sfruttando l'immaginazione per narrare altre storie.
Postcards # 3
Tornando alle parole di Agamben: Se oggi i consumatori nelle società di massa sono infelici, non è solo perché consumano oggetti che hanno incorporato in sé la propria inusabilità, ma anche soprattutto perché credono di esercitare il loro diritto di proprietà su di essi, perché sono divenuti incapaci di profanarli. L'impossibilità di usare ha il suo luogo topico nel museo. Una dopo l'altra, aggressivamente, le potenze spirituali che definivano la vita degli uomini, l'arte, la religione la filosofia, l'idea di natura, perfino la politica si sono una a uno docilmente ritirate nel museo. Museo non designa qui un luogo o uno spazio fisico determinato, ma la dimensione separata in cui si trasferisce ciò che un tempo era sentito come vero e decisivo, ora non più. Le cartoline per me sono un museo immaginario, un atlante, che coincide in questo senso con la città rappresentata. Profanare, è una nuova possibilità per le immagini, per essere abitate ancora una volta. La cartolina come forma di museo del reale, come strumento per tornare a guardare le città. L’architettura rappresentata come uno spazio fisico da interpretare.