UNA FATTORIA URBANA
con Alberto Iacovoni Ma0
C'è nell'idea stessa di cultura una radice contadina, un riferimento letterale al lavoro e alla cura necessaria affinché, coltivando la terra, i semi diventino piante, le piante producano frutti, e a loro volta forniscano altri semi per riprendere il ciclo della vita.
La scuola è dunque quel luogo dove negli anni si svolge questo incessante lavoro di coltura che caratterizza la specie homo sapiens, luogo della semina, della cura e della raccolta dei frutti. Per questo il nuovo complesso scolastico Mario Lodi si propone come una grande fattoria raccolta intorno ad un’aia che diventa luogo di incontro e scambio, di riposo ma anche di lavoro a contatto con la natura e quegli orti didattici così importanti per capire come insieme alla trasmissione del sapere, diventa sempre più urgente la cura della vita sul nostro pianeta. Il centro della scuola è questo spazio, aperto verso sud per beneficiare dell'irraggiamento solare nei mesi invernali.
L'impianto a corte aperta verso sud permette di cambiare profondamente il rapporto tra il complesso scolastico e la città, collocando sul fronte ovest, lungo l'arco descritto da via Rossini, gli accessi e le attività a carattere collettivo e pubblico della scuola. Si offre così alla città un nuovo spazio pubblico su cui si affacciano la palestra e l'auditorium, una piazza allungata che connette il frequentato Viale Martiri della Libertà con il parco a nord, e, poco più in là, con il paesaggio rurale cui la scuola si ispira. Lo spostamento del fronte principale della scuola, attualmente a nord del lotto, permette di aprire gli accessi al tessuto connettivo urbano, e allo stesso tempo di utilizzare via Spontini per la sosta senza che questa intralci il traffico di passaggio, e di chi si ferma giusto il tempo di lasciare i figli a scuola.
La tipologia, attestando le volumetrie sul margine nord e ovest del lotto, permette inoltre di minimizzare l'uso di recinzioni e di avere un fronte urbano aperto al pubblico, essendo l'edificio stesso il limite tra spazio della città e spazio protetto della scuola,
La distribuzione delle funzioni e degli spazi aperti permette dunque di pensare ad una scuola che funziona come un organismo unitario durante gli orari scolastici, con accesso controllato attraverso l'atrio sull'angolo nordovest del lotto, con i suoi generosi spazi pubblici utilizzati dai genitori e dai bimbi per l'attesa ed il gioco nelle diverse fasi della giornata. Al di fuori dell'orario scolastico, o per eventi particolari, la palestra e l'auditorium diventano accessibili autonomamente, separati dagli spazi interni della scuola, e parte integrante di una sequenza pubblica strutturante il quartiere lungo l'asse nord-sud, elementi primari di un tessuto urbano continuo e vitale.
Una collettività di intenti
Il fronte ovest della scuola, lungo il quale sono collocati l'accesso alla scuola e alla palestra, appare come la somma di tre “case” diverse, ciascuna con la propria identità, analogamente a quanto avviene nei complessi colonici dove accanto all'abitazione troviamo il fienile, la rimessa, o il riparo per gli animali, e che qui corrispondono alle aule per la didattica, la palestra con auditorium integrato e la galleria di accesso che emerge tra l'uno e l'altro, con una facciata forata da un grande tondo, che funge da seduta e da fuoco prospettico alla fine percorso di distribuzione della scuola. La galleria è un vuoto che si proietta nello spazio pubblico, permeabile lungo l'asse nord-sud di via Rossini, riparo accogliente per chi attende e si incontra. Da qui si accede all'atrio, intorno al quale gravitano gli elementi collettivi della scuola: l'auditorium e la palestra con gli spogliatoi sulla destra, la biblioteca al primo piano sulla sinistra.
L'auditorium è pensato come uno spazio indipendente, dotato di 98 posti a sedere su una gradonata, che però può, in occasioni particolari, aprirsi sullo spazio della palestra, offrendo agli utenti, siano essi interni o esterni alla scuola, uno spazio per eventi pubblici e spettacoli.
L'atrio prosegue poi nella sequenza est-ovest degli spazi della galleria a doppia altezza di distribuzione della scuola, luogo informale e generoso, di incontro e studio che si affaccia da un lato sulla corte e dall'altro sul sistema integrato di sedute, nicchie, scaffalature che articolano ed identificano l'accesso alle aule.
Lungo quest'asse si affacciano le aule, quelle del primo ciclo al piano terra, con accesso diretto alla corte, e quelle del secondo ciclo con la biblioteca al secondo piano, distribuite da un ballatoio che si espande verso la facciata vetrata della galleria verso la corte, offrendo anch'esso come al piano terra occasioni di incontro e di gioco, ma anche di studio informale.
Da questo percorso al primo piano, e direttamente dalla scala posta nell'atrio, si accede agli spazi riservati a docenti e personale amministrativo della scuola, alla biblioteca che si affaccia sulla piazza ad ovest della scuola, e all'auditorium, in continuità dal livello superiore della gradonata. L'edificio esistente viene conservato nella sua struttura, cui si aggiunge una ulteriore campata per potervi inserire al piano terra la mensa con la cucina e locali di servizio, con accesso diretto alla corte, e al primo piano completare la sequenza delle aule del secondo ciclo con i tre laboratori. Tutte le unità funzionali della scuola – l'ala delle aule che piega da L adiacente all'edificio esistente, la galleria di distribuzione, l'edificio palestra/auditorium, sono identificabili come entità individuali grazie all'uso dei materiali e all'articolazione delle coperture, ma si ricompongono nella corte centrale e lungo la piazza pubblica in una nuova collettività urbana. L’ampio uso di colori internamente ed esternamente, giallo, verde, arancio, e blu, determina una giustapposizione visiva dei vari volumi che compongono l’organismo scuola. In questo modo si crea un codice di riconoscimento cromatico che rende facile la comprensione dello spazio ai suoi piccoli fruitori.
Un laboratorio di autonomia energetica
La didattica laboratoriale è una strategia di insegnamento e di apprendimento nella quale l’alunno si appropria della conoscenza nel contesto del suo impiego. Il valore di questa conoscenza non è più astratto e separato dalla quotidianità, ma situato nel contesto specifico del luogo in cui l’apprendimento avviene. Apprendimento basato in modo spontaneo sull’osservazione dei fenomeni e delle attività legate ai benefici di utilizzo delle fonti di energia-rendita: il sole, il vento, la pioggia. Il progetto di una scuola energeticamente autonoma sollecita un ruolo attivo dei piccoli utenti nello sviluppo di una consapevolezza dell’emergenza climatica, con la quale saranno chiamati a fare i conti nel loro futuro di cittadini del pianeta. La centralità fisica della corte-orto diviene anche centralità didattica.
Energia dal sole
Le scelte di orientamento dell’edificio, elevate prestazioni per le vetrate, sfruttamento della luce naturale unitamente a sistemi automatici integrati di controllo della luce artificiale, ricorso a fonti energetiche alternative, alta efficienza impiantistica, avranno come risultato un edificio ad energia quasi zero (NZEB). Schermatura naturale e artificiale - Sulla facciata sud la schermatura viene offerta naturalmente dagli alberi a foglia caduca. Elementi oscuranti vengono posti esternamente all’involucro trasparente, in modo da riflettere il calore prima che penetri negli ambienti.